Ogni attimo della nostra vita, accade in un luogo.
Interno o esterno.
Costruito o vuoto.
Lasciato all’Architettura e contenuto in essa.
Case, Uffici, Piazze, Musei…, ad ognuno la propria funzione.
All’Architettura la propria responsabilità.
D’ innovare, affinché ne migliori il progresso sociale presente, prendendosi cura dell’opportunità di quello futuro.
Un’Architettura capace di continuare a percepire gli insegnamenti dal passato, ma abile nell’usare gli strumenti di una società in continua rivoluzione tecnologica.
Tradizione, Innovazione e Poesia.
Gli elementi indispensabili al nostro mestiere.
Stiamo vivendo in uno dei momenti più densi e dinamici della storia dell’essere umano, in un’ affascinante concentrazione di scoperte tecnologiche.
Sistemi connessi suggeriscono percorsi o traiettorie, monitorano il nostro stato di salute o semplicemente, consigliano se mettere l’ombrello in borsa prima di uscire.
L’essere umano da sempre indossa atteggiamenti sempre più innovativi, appropriandosi di quelle tecnologie capaci di estendere le proprie capacità di sopravvivenza.
Dalla freccia, alle armi.
Dalla grotta, al mattone.
Dal singolo edificio muto a contesti interagenti, in cui il reciproco scambio di azioni/reazioni – fra luogo e il suo abitante – è sempre più evidente.
Il nuovo umano interagisce con ambienti e identità tanto tangibili quanto digitali. Quotidianamente genera informazioni utili a se stesso quanto alla collettività, ricevendone feedback da essa, pensiamo per un istante al modo in cui oramai ci affidiamo a recensioni di altri utenti, per scegliere il ristorante per il nostro compleanno o per il nuovo libro da acquistare. Egli sviluppa una consapevolezza sempre più matura nell’interazione con questi nuovi sistemi, iniziandondo a mutare il suo pensiero e il modo di approccio con gli altri abitanti. Disposto ad un mobilità condivisa di bici, auto, abitazioni, organizzandosi in comunità di quartiere e maggiore, è la sua consapevolezza riguardo problematiche sociali ed ambientali del contesto in cui vive.
Internet ha dato “vita” alle cose, mutando il presente della vita quotidiana.
Le “cose” iniziano a rispondere.
Gli edifici iniziano a funzionare come organismi viventi, stabiliscono un dialogo con i loro abitanti, sono in grado di apprendere dai loro occupanti. Gestiscono autonomamente gli impianti, accendono e spengono gli elettrodomestici, e diventando perfino capaci di ordinare il cartone del latte, oramai terminato.
Le città, composte da edifici intelligenti, iniziano a divenire un luogo ibrido caratterizzato da elementi fisici e virtuali. Si rivoluzionano i modi di gestione dei suoi sistemi di trasporto, muta le genesi e la gerarchia dei suoi spazi e l’auto diviene pubblica. Il sistema di guida autonoma, sarebbe la soluzione al sovraffollamento delle città. Un sistema di car-sharing, lascerebbe i parcheggi a luoghi più verdi e l’elettrico, ad una sostenibilità più accessibile.
Le nuove tecnologie stanno certamente mutando l’evoluzione del contesto urbano e certamente, continueranno ad influenzarne il suo sviluppo futuro. La “connessione” espande l’ampiezza dei suoi spazi e delle sue esperienze.
Il coinvolgimento dei sistemi digitali nel campo dell’Architettura fa sì che essa stessa diventi terreno connettivo fra ambiente reale e digitale.
Grazie all’”Internet delle Cose”, l’edificio costruito e statico, diviene dinamico e sensibile agli stimoli che riceve.
Le città sono luoghi sempre più pervasi da una componente digitale connessa al mondo fisico. Sono sempre più disposte ad instaurare un dialogo costante con i loro abitanti.